Spagna, Germania, Inghilterra,
Portogallo Svizzera e Turchia: al gran banchetto del calcio che conta l’Italia
si ritrova, per l’ennesima volta, esclusa, lasciando i suoi tifosi alle grinfie
delle barbariche invasioni della Bignardi o alle dantesche divagazioni di un
Benigni che potrà così forse recuperare qualche punto di share e rendere meno
amara la constatazione che nell’Italietta di oggi la cultura non paga.
Niente semifinali signori,
dopochè anche gli Aquilotti hanno ripiegato le loro stanche ali contro il
modesto Fenerbache e contro un arbitraggio che è stato molto meno scandaloso
dell’esserci tutti dimenticati di qualche tifoso tedesco malmenato e
accoltellato.
Siamo così mal ridotti da dover
spiare l’Europa dal buco della serratura ? E’ così mediocre il nostro orticello
da dover rimpiangere quei favolosi anni novanta durante i quali siamo stati gli
assoluti protagonisti (e di conseguenza rimpiangere i deus ex machina di quel
movimento) ?
Purtroppo si. Purtroppo l’Europa
ci ha soverchiati non solo a livello economico, ma anche di idee, intuizioni,
capacità di osservare e cogliere i frutti giusti senza svenarsi (se penso a
quei milioni di Euro per Diego o Felipe Melo…) ma programmando, coltivando,
lavorando con un progetto che andasse al di là di pesanti ed oggi insostenibili
investimenti.
Siamo rimasti ai Pirlo, Totti e
Buffon, ultretrentenni che ancora rappresentano il meglio del meglio;
continuiamo a considerare un talento Cassano (lo è da vent’anni, ma non lo ha
mai dimostrato) e, semifinale con la Germania a parte, veniamo da un mondiale
dove siamo stati ridicolizzati da Slovacchia e Nuova Zelanda e da un europeo di
leopardiana memoria, perché all’apparir del vero (Spagna n.d.r.)…
Dalle macerie si erge forse la
sola Juventus, unica passata pesantemente nel tritacarne di Calciopoli e che
sta pian piano cercando di ricostruire il blasone infangato: il resto è rimasto
al palo a guardare gli altri, a svendere giocatori (per poi ricomprarli magari
al doppio della cifra), a sperare in un miracolo che non sempre può venire in
soccorso nei momenti topici.
E’ l’ora di cambiare, di
svegliarsi, di svecchiare un ambiente corroso e corrotto; altrimenti
continueremo a vedere il Basilea in semifinale mentre i nostri preparano la
determinante sfida per il sesto o settimo posto in un campionato ormai caduto
oltre il baratro della mediocrità.
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