Caro Direttore,
stamani, con le copie de
La Stampa e i relativi inserti per i festeggiamenti dei 150 anni (a
proposito tanti auguri) dello storico quotidiano piemontese, abbiamo
ricevuto anche la Sua missiva con l'invito ad assicurarci “che il
supplemento venga abbinato al giornale nel momento della vendita”
per non vanificare il Vostro grande ed indiscutibile impegno.
Assicurarsi che il
supplemento venga distribuito con le copie normali del quotidiano
significa, per noi edicolanti, abbinare i due giornali, piegarli e
venderli in coppia come praticamente facciamo tutti i giorni per
qualsiasi giornale che abbia un supplemento in allegato.
C'è qualcun altro che lo
deve fare per noi ? Non credo, visto che tale impegno ci viene anche
economicamente riconosciuto (abbiamo un incremento sull'aggio di €
0,0185) e quindi è nostra assoluta responsabilità garantire che il
prodotto sia conforme a quanto previsto.
Stamattina perciò, caro
Direttore, abbiamo preso le nostre copie verso le 5,30, le abbiamo
stirate e sistemate come meglio si può (purtroppo sempre più spesso
arrivano quotidiani strappati o appallottolati come carta straccia), le
abbiamo contate (non sempre i pacchi da 40 contengono il numero
esatto di copie previste) e abbiamo provveduto ad abbinarle al
prezioso cimelio commemorativo, talmente prezioso da spingerLa a
scriverci la missiva per ricordarci i nostri doveri.
Una domanda però, mentre
svolgevo la consueta operazione, ha illuminato un cielo così cupo e
piovoso: avranno fatto tutti così ? Anche nei supermercati o grandi
punti vendita un addetto si sarà messo alle 8 del mattino ad
abbinare giornale e supplemento, oppure il cliente se lo deve andare
un po' a cercare (e magari raccatta solo il supplemento gratuito
lasciando morire negli scaffali la copia del quotidiano) ? E nelle
scuole, dove piovono copie grazie al progetto Cultura (progetto che
ricordo prevederebbe l'utilizzo dei quotidiani a scopo didattico e
non come suppellettile in sala professori o pronto al trasbordo verso
casa per la gioia di papà che da tempo immemore non lo compra più)
se ne saranno occupati i bidelli oppure, più semplicemente, non sono
stati inviati ?
Insomma, caro Direttore,
al posto di amabilmente bacchettarci come qualche volta Le capita di
fare (indimenticabile la lettera su Origami da cui si evinceva che
l'insuccesso del prodotto dipendesse più dalla scarsa visibilità
che noi gli davamo piuttosto che dallo scarso appeal che suscitava presso
i lettori) sarebbe forse il caso di cominciare a capire che il
problema della crisi dell'editoria non dipende da noi, sempre
presenti dalle cinque del mattino a svolgere il nostro compito.
C'è una crisi economica
devastante, una crisi di idee e qualità deprimente, una
partigianeria sui quotidiani che sfiora il ridicolo, senza parlare
dei tanti problemi che la concentrazione presso un'unica società di
diffusione per provincia crea soprattutto a noi edicolanti, anello
debole di una catena arrugginita da scelte non nostre.
Noi la nostra parte
cerchiamo onestamente di farla: ora tocca a voi farci capire se
ancora vi interessiamo o è meglio affondare la cultura tra una
scatola di piselli e uno spaghetto Barilla.
Con affetto
Alessandro
Nessun commento:
Posta un commento