L’hanno definita “Odissea all’alba” ma forse sarebbe più giusto rinominarla “Iliade di un’utopia chiamata Pace”, il lento ed inesorabile vagabondare di una bandiera dietro la quale sembrano nascondersi solo morte e terrore. L’ennesima risoluzione dell’Onu, non condivisa da tutti, si è trasformata alle 17,45 di un sabato di festa in una drammatica pioggia di missili "intelligenti" (ma lo sarà mai la mano che li guida?) che hanno illuminato a giorno il tramonto della terra libica e di un sogno vanamente abbracciato dall’intera umanità.
In queste drammatiche ore in cui il brusìo degli aerei e il frastornante risuonare delle bombe sono tornati a farla da padrone, sorge il dubbio su quale sia il vero scopo della politica, della conciliazione, di continui fiumi di parole troppo spesso inutili e prontamente soverchiati dalla mano armata dei Signori della Morte.
Il mondo, o almeno una parte di esso, è in guerra contro il truce e sanguinario Gheddafi, il despota che fino a ieri non pareva così pericoloso e bellicoso; anzi, per qualcuno era pure un “amico” da osannare e di fronte al quale era necessario genuflettersi nel nome del vil denaro e degli interessi.
Ora no, non più. In difesa di un popolo da lui stesso dilaniato , si levano nel cielo i nostri aerei portatori di pace, se mai pace possa esistere sotto continui ed incessanti bombardamenti. Francia, Inghilterra e Stati Uniti si ritrovano di nuovo fianco a fianco come in Iraq, come in Afghanistan, come in tutte quelle terre dove lo straziante grido di aiuto si alza, inascoltato, verso il cielo.
Viene però il dubbio, pensando a quelle tante popolazioni sterminate da dittatori sanguinari, che ci sia pace e pace, e che i Signori della Morte intervengano solo dove esistono interessi concreti, si chiami esso petrolio o altro bene prezioso.
Ci sono terre africane (e non solo) dove nessuno si sogna di porre piede, dove le risoluzioni dell’Onu non arrivano, dove il silenzio dell’informazione è più subdolo e violento delle stesse armi del nemico.
E l’Italia ? Il paradosso nostrano è qualcosa di avvilente, tra politici che non perdono occasione per litigare ed attese che sanno tanto di “Vediamo come va, poi forse interveniamo”. "Poi, forse"; e spinti dalla paura di perdere le conquiste economiche mercanteggiate con il truce dittatore, eccoci pronti a fare la nostra parte, fors’anche per difendere un territorio che rischia di essere invaso da migliaia di profughi con il beneplacito di un’Unione Europea a cui siamo totalmente invisi.
Bombardare, dunque, è diventato l’unico modo per imporre la pace ? Far piovere migliaia di missili su vittime inermi già duramente colpite dai loro stessi fratelli è la strada giusta per sanare una guerra civile ? Dove falliscono le diplomazie, subentra la morte, il terrore: e troppo spesso, ultimamente, al suono delle parole si sostituisce il terrificante rumore di una mitragliatrice.
Che Dio ci aiuti, se un Dio distratto trova ancora il tempo e la voglia di sprecare le sue energie per questi suoi figli, per questo genere umano sempre più prossimo all'autodistruzione.
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