Non poteva che finire così, in linea con un'annata balorda che resterà negli annali della Juventus come la peggiore di tutte. Persino peggio dell'improponibile duo Maifredi-Montezemolo, che almeno riuscirono a centrare una semifinale di Coppa Coppe contro il Barcellona dopo averci illuso, chimera del calcio champagne, che saremo tornati grandi.
Nemmeno l'illusione finale di poter strappare l'ultimo posto disponibile alla Roma, uccellati persino dal mediocre Palermo che, grazie alla finale di Coppa Italia, entrerà in Europa a nostro discapito.
Del Neri ci lascia con le macerie di ciò che fu una squadra blasonata, e di anni, per tornare grandi, dovremo attendere ancora tanti.
Partirà l'ennesima ricostruzione, l'epurazione di giocatori che poi rimpiangeremo (Giovinco, Amauri, Trezeguet tanto per citarne alcuni) e con le incognite di un mercato dal quale, temo, riusciremo a raccogliere solo le briciole perchè la notte più buia è scesa sulla vecchia Signora.
Quale campione (se mai in giro ve ne siano ancora) accetterà un palcoscenico dimesso, con i riflettori del calcio che conta completamente spenti ? E potrà essere Antonio Conte, cuore e spirito bianconero, lo stregone tanto atteso con le alchimie giuste per riportarla ai livelli che le competono per storia e blasone ?
Certo è che se i primi colpi di mercato si chiamano Pirlo e Pazienza, qualche dubbio rimane. Può il primo, trentatreenne per lo più reduce da una stagione difficoltosa dal punto di vista fisico, essere il faro illuminante del futuro bianconero ? E il secondo sembra quasi uno sberleffo alla tifoseria juventina che di pazienza, in questi anni, ne ha avuta fin troppa. Basterà la competenza di Marotta a ricostruire le fondamenta di una società sconquassata dal sistema Moggi e ormai in balia dei venti di Milano ?
Sarà un'estate difficile quella bianconera, su questo non vi è dubbio. Un'estate nella quale bisognerà evitare il suono di fanfare che, puntualmente, il campo ha sempre smentito. Qui servono i fuoriclasse, e purtroppo non soltanto in campo: ma vista la stagione appena passata, troppi sono i dubbi che pervadono la mente dei tifosi, chiamati in massa a riempire un nuovo teatro la cui locandina, però, suona troppo misera per stuzzicare il palato di chi è abituato a vincere e a non vivere da misera comparsa in teatrini di periferia.
Nessun commento:
Posta un commento