“Siete una massa di imbecilli
capaci solo di scaldare le poltrone. Quattro cose in croce dovevate fare, tra
cui una legge elettorale decente, e niente, manco quella siete riusciti a
concordare. Avete lo stesso rispetto delle isitituzioni che Jack lo Squartatore
riservava alle prostitute che incontrava e se non vi date una mossa vi caccio
da qui a pedate nel real deretano”. Chi ha proferito siffatte parole ? Grillo
in uno dei suoi eversivi comizi o Giorgio Napolitano di fronte al Parlamento
riunito ?
E loro lì imbelli, col sorriso di
circostanza, a far scrosciare interminabili minuti di applausi, una standing
ovation da Oscar mentre lui continuava ad apostrofarli come incapaci, inetti,
dannosi al popolo italiano. Certo, il sorriso di circostanza dei famelici squali lasciava intendere non tanto un apprezzamento per le dure parole, quanto la
consapevolezza che quell’ondata di autentico guano che li stava ricoprendo altro
non era che l’approvazione a continuare nei loro sporchi giochetti da salotto;
chi sognava Brescia ed una magistratura più accondiscendente da festeggiare con
una pudica festicciola a base di olgettine; chi vedeva allontanarsi il pericolo
di casseforti svizzere che si aprivano riportando in Italia il bottino del
Monte dei Paschi; chi più semplicemente non vedeva smaterializzarsi nel nulla la messe d’oro
accumulata in questi infiniti ed ingloriosi anni di militanza politica.
E poi c’erano loro, quei buzzurri
sovversivi che manco applaudono (ma a cosa avrebbero dovuto applaudire ?), che
continuano a chiamare “inciucio” un governo di larghe intese definito tale, illo tempore, dagli stessi astanti (e che inciucio rimane, con tutte le
accezioni negative che il termine comporta, a prescindere dalla latitudine da cui lo si
guarda) e che, soprattutto, confondono pericolosamente ed eversivamente la
piazza con Montecitorio, come se la piazza, simbolo per anni della lotta di
classe della vera sinistra, fosse ora da cancellare, da disperdere in qualche
libercolo di storia ingiallito dal tempo.
No, vado contro corrente e dico
chiaramente che non ho apprezzato né la sua rielezione né l’ardore del suo
discorso, senza voler tornare sul fatto che ieri, ad ardere, erano anche le
inutili (?) intercettazioni telefoniche con Mancino. Un governo di larghe
intese deve essere fatto con la partecipazione di tutte le forze politiche
presenti, mentre già la scelta dei dieci piccoli saggi lasciò fuori dalla porta
una significativa fetta del Parlamento. Questo sarà il Governo del PdL a cui si
aggrega, forza vincitrice non dimentichiamolo, il PD in una commistione tecnico
politica che riproporrà su quelle sedie nomi da brivido e da mano in tasca a
controllare il proprio portafoglio. Non sarà così ? Sarà invece il più grande
spettacolo dopo un week end da incubo ? E queste saranno solo le inutili
dietrologie di uno svezzato alla corte di Andreotti e cresciuto a pane e Sinistra
?
Vedremo presto, e sarò felice di
fare ammenda sui miei errori e cospargermi il capo di cenere, anche se temo che
la cenere sarà quella di un Paese ormai logoro e sull’orlo di una pericolosa
crisi di nervi.
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